1) Nel Municipio in cui si candida, Lei sa qual’è
la situazione della mobilità ciclabile? Cari
amici, veramente ho preferito candidarmi al Comune di Roma lasciando
spazio a degli altri candidati che appoggio personalmente, per esempio,
al 15° municipio Federico AQUINI e Carla VITALE, all’11°
Luca PATASSINI, e Massimo VERDILE; al 9° Andrea ZICCARO; al
20° Giorgio VITALI; al 5° Giovanni ZANGRILLO. Conosco abbastanza
bene la situazione complessiva perché, spesso e volentieri,
mi sposto in bici per andare anche al lavoro. Possiedo una montain
bike di alluminio per le gite domenicali, un’altra invece
con parafanghi, illuminazioni, catarigrngenti e portapacchi che
utilizzo normalmente. Ho anche una bici elettrica che, però,
ha lo svantaggio di non avere sufficiente autonomia e di finire
la batteria sempre all’inizio della Laurentina! Abito infatti
al Serafico, sulla Laurentina, e ho studio al Portuense, a Largo
LA Loggia. Essendo avvocato, mi capita di andare anche in Tribunale
in bici. Penso di essere un romano privilegiato avendo la pista
ciclabile del Tevere abbastanza accessibile ed avendo tutto il percorso
attraverso i parchi dell’EUR. Purtroppo so pure di essere
un’eccezione…
2) Se sì, ce ne può illustrare i punti
di forza e le carenze? L’EUR è un caso
a parte: è uno dei pochi quartieri, forse l’unico in
realtà, dove si è costruito avendo in mente uno strumento
urbanistico. Credo abbia standard a livello europeo. Abbiamo certo
degli scandali di malamministrazione quali, ad esempio, lo svincolo
del Tintoretto. Si sono spesi miliardi su miliardi della vecchie
lire, si è costruito il ponte per le bici e poi non si è
messa una minima quantità di cemento sul marciapiedi per
eliminare lo scalino… Diciamo che manca, in generale, la cultura
della sicurezza: esistono pali, segnalazioni, gli stessi marciapiedi
con gli spigoli vivi, che sono sempre delle minacce contine. Manca
inoltre la cultura della visibilità ma questo è un
problema che riguarda il singolo: suggerisco, in ogni caso, di indossare
come faccio io, giacche gialle.
3) Cosa intende fare per sviluppare la mobilità
ciclabile nel caso venisse eletto? Ha già dei progetti?
Intanto ho proposto di creare il GRA delle bici sulle mura aureliane,
una mia idea personale che mi hanno riferito è stata già
messa in pratica per esempio a Lucca, se non erro. Sarebbe quel
qualcosa che consentirebbe la circolazione delle bici a distanza
dal nemico numero 1: l’idiota alla guida della macchina che
magari ti sorpassa sulla destra. Pensavo, inoltre, di adottare la
stessa idea che è stata giù utilizzata a Parigi ma
anche a Faenza in Romagna: il Comune dovrebbe acquistare migliaia
di bici da mettere a disposizione dei cittadini previo sblocco del
lucchetto tramite una carta contenente un chip. E’ la stessa
cosa dell’auto condivisa, il c.d. car sharing, l’auto
del comune. Sono già abbonato a questo servizio e ho visto
funziona abbastanza bene, nonostante sia solo in fase sperimentale.
4) Oggi non vengono stanziati fondi annui certi per
la mobilità ciclabile dal Comune. Chiederà o delibererà
lo stanziamento di fondi certi per incrementare le corsie ed i parcheggi
riservati alle biciclette, sia nel Suo Municipio che a livello del
Comune di Roma? Certo: è una priorità
del mio programma. Roma non è una città fatta a misuta
di auto. La bici, insieme a un sistema di trasporti armonico magari
con mezzi elettrici, consente di risolvere il problema degli spostamenti.
Con l’idea della bici del comune, inoltre, si può pensare
fattivamente a un sistema di trasporti integrato: metro + bici.
Ci sono altre cose da risolvere, quali ad esempio il problema del
costo del taxi ma riduciamo adesso il discorso al mezzo che deve
diventare la regina della mobilità romana.
5) Lei va in bicicletta? Si, quando posso
con grande piacere anche perché è risaputo che la
bici, come la corsa, permette la produzione di endorfine, le sostanze
prodotte naturalmente dal nostro organismo e che danno il benessere.
Purtroppo abitando abbastanza periferico, rispetto la città,
non posso sempre usare la bici. In quel caso, mi sposto in moto,
che ritengo essere un mezzo privato avente un’impronta ecologica
certamente ridotta rispetto l’auto.
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