Gentile Maria Latella (giornalista del Corriere della Sera), dopo aver visto pubblicate alcune lettere sul tema della mobilità ciclabile, sia di privati che dei nostri amministratori, mi permetto di fare qualche osservazione sulla pista in XVII° Municipio (sua rubrica 27/09) e sulle dichiarazioni dell’Assessore Esposito (28/09). Ho provato nei giorni scorsi a contattare il Consigliere (ci risulta essere la portavoce del Presidente) Rosita Torre del XVII° Municipio per ricordarLe che il Municipio aveva annunciato (Maggio 2003 può vedere sul nostro sito: https://www.biciroma.it/news/2003_05.html) per ben due volte a distanza di circa un anno tra loro la realizzazione di un percorso ben più ampio dei 400 m di Via Cicerone, ma un quadrilatero di cui due angoli si sarebbero intersecati da una parte con la terminazione della pista Nord a Viale Angelico e dall’altra a Castel S. Angelo per uno sviluppo totale del percorso di qualche KM al costo di 100.000 €. Che ne è stato? L’Assessore Esposito dichiara una collaborazione con le Associazioni, che devo dire è un po’ altalenante in quanto se è vero che è stata realizzata la dorsale Nord Sud, che insieme alle altre Associazioni abbiamo proposto sin dal 2001, è anche vero che gli ulteriori sviluppi richiesti, le corsie riservate nella ztl (dal costo ridotto) e il prolungamento della dorsale che termina al GRA, altezza uscita Ostiense, lungo l’argine del Tevere e la vigilanza restano richieste inascoltate. Inoltre veniamo a conoscenza, in modo indiretto e solo a cose fatte, degli sviluppi e delle novità, pur avendo l’amministrazione tutti i nostri recapiti. Ultimo esempio: l’inaugurazione del tratto Villa Ada P.te Nomentano del quale, come associazione, non eravamo stati neanche informati, al contrario di quanto si dichiara sul sito del Comune. In merito ai sampietrini, si sta (giustamente) lasciando il posto a pavimentazioni più sicure, moderne e confortevoli anche nelle aree storiche di maggior interesse culturale rispetto alle piste ciclabili. I ciclisti, sui sampietrini, subiscono l’amplificato sconquasso generato dai saltellamenti e dalle vibrazioni non ammortizzabili. Che si aspetta per dotare le piste ciclabili di un manto uniforme abbandonando provvedimenti futili come le colate di asfalto che alle prime piogge se ne vanno e divengono pericoloso “brecciolino” ? Sul discorso canaline poi: “abbiamo scelto di utilizzare delle canaline di accesso che non modificano l’architettura delle scalinate” Vedendo quella di ponte Garibaldi è evidente come l’integrazione con l’esistente architettura non ci sia proprio e probabilmente sarebbe stato meglio modificare l’architettura della scalinata. L’ho usata anche io quella canalina, utile (meglio di niente), ma come romano ogni volta mi viene il mal di stomaco per l’ìmpatto visivo che ne scaturisce. Un pezzo di ferro buttato sugli scalini (Su tutta la scalinata è appoggiata la canalina di ferro dell'immagine) .
