
1. Se venisse eletto quali sono i primi obiettivi che intende perseguire?
Stiamo ancora attraversando una crisi che consuma imprese e posti di lavoro. Uno scenario di grande difficoltà per tutti, in cui la società e l’economia del Lazio sono state lasciate sole. La Regione Lazio ha completamente disatteso il suo ruolo di indirizzo e sostegno dei percorsi di sviluppo, smarrito la sua funzione legislativa e di programmazione. In tutto questo, è piombato uno scandalo senza precedenti sull’uso delle risorse regionali. C’è quindi allo stesso tempo un’emergenza economica, sociale e democratica. Per uscirne, serve un cambiamento radicale. Che non può che iniziare dalla politica: noi proponiamo un rinnovamento totale della rappresentanza e nuove regole per eliminare ogni spreco, ogni privilegio, ogni ombra sul modo in cui vengono amministrate le risorse pubbliche.
2. Nel 2012 il Lazio ha confermato una presenza costante di polveri sottili e troppi gli episodi di superamento dei limiti di legge quali potrebbero essere le soluzioni al problema?
Qualità della vita delle persone, qualità dell’aria che respiriamo, qualità dell’ambiente in cui viviamo sono tutti gli indicatori che ci descrivono il Lazio come una regione distante da qualunque modello di sostenibilità. Il ciclo dei rifiuti è lontano dal suo completamento e il livello della raccolta differenziata è tra i più bassi d’Italia (16,5% contro la media nazionale del 35,3%). La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è ferma a meno di un decimo del totale. Il consumo di suolo (al 10,3% contro il 6,7% della media italiana) produce diseconomie territoriali a danno della competitività delle imprese e della qualità della vita dei cittadini. Abbiamo il tasso di automobile per abitante più alto fra le regioni italiane: l’urgenza di ricostruire un trasporto pubblico regionale di qualità sta innanzitutto in questo dato. In questi ultimi anni il trasporto pubblico è stato affrontato guardando più alle “scatole societarie” che alla qualità dei servizi per cittadini e pendolari. Noi, al contrario vogliamo partire da una proposta politica credibile e coerente. Il primo obbiettivo è ridurre l’uso delle automobili, quindi l’unica strada è rilanciare il trasporto pubblico. Vogliamo puntare innanzitutto sul rilancio del trasporto sul ferro: puntiamo allo stanziamento di 70 milioni di euro per l’acquisto di nuovi treni e nuovi vagoni sulle ferrovie regionali, con un aumento di capienza di 100mila passeggeri al giorno. Insieme, dobbiamo prevedere una serie di altre misure per costruire un sistema della mobilità sostenibile, come il potenziamento delle corsie preferenziali e delle piste ciclabili, interventi di limitazione della mobilità privata, misure per lo sviluppo del car e del bike sharing, l’incentivo alla pedonalizzazione dei centri urbani.
3. Quale è il ruolo che intende dare alla mobilità ciclistica nel suo programma e come intende svilupparla?
Una premessa: il primo punto da affrontare è quello della sicurezza. Non è possibile che chi usa la bicicletta rischi la propria incolumità o addirittura la vita sulle nostre strade. Se a Berlino si gira tranquilli in bici è perché c’è una cultura, ci sono regole ferree e infrastrutture per la ciclabilità. Ed è esattamente quello che ci serve nel Lazio. Noi vogliamo valorizzare l’uso della bicicletta sia come alternativa al traffico in ambiti urbani, sia come mezzo per la scoperta delle bellezze del Lazio e per attività sportive. L’azione della Regione partirà dalla definizione del Piano regionale della mobilità sostenibile e della logistica, mediante una conferenza di programma che, entro 120 giorni dall’insediamento al governo regionale, proponga ai soggetti istituzionali e ai soggetti economici una piattaforma articolata di pianificazione. In questo quadro, un ruolo importante rivestirà la promozione e il sostegno alla mobilità ciclabile, lavorando per la sua diffusione sia in ambito urbano (come reale alternativa all’utilizzo dell’auto o come integrazione ai servizi di trasporto collettivo) che in ambito extraurbano (come strumento di valorizzazione – in ottica di turismo sostenibile – del patrimonio naturale e culturale del Lazio). Sarà quindi redatto un Masterplan regionale della Ciclabilità, che, in sinergia con il Piano regionale della mobilità sostenibile e della logistica, sia in grado di garantire la necessaria compatibilità tra i piani della ciclabilità promossi da Province e Comuni. In particolare, con i Comuni capoluogo dovremo pianificare interventi per la ciclabilità urbana, per quanto riguarda le piste ciclabili, le misure per la sicurezza (Zone 30) e le attività di promozione dell’uso della bicicletta (a partire dal bike sharing).
4. L’intermodalità a livello regionale ed interregionale assume un’importanza fondamentale per lo sviluppo della mobilità; come pensa di adeguare l’offerta del Lazio a quella di altre Regione e di altri Paesi?
R. Entro tre mesi lanceremo il nuovo Piano della Mobilità Sostenibile, che avrà al centro la riorganizzazione del trasporto pubblico. La rete su gomma dovrà essere integrata – dal punto di vista delle corse e degli orari – con quella su ferro. Dovremo potenziare i nuovi servizi di infomobilità oggi praticamente inutilizzato. Ma la vera rivoluzione sarà quella dei nodi di scambio: dai parcheggi, alla riqualificazione delle stazioni con forme di project financing. In questo ambito, realizzeremo quattro hub della mobilità sostenibile: stazioni pienamente integrate con il trasporto pubblico, dotate di Car sharing e Bike sharing.
5. Il Lazio ha una lunga costa che andrebbe valorizzata da un punto di vista turistico. La Litoranea e l’Aurelia sono importanti dorsali stradali alle quale andrebbe affiancato un percorso ciclistico adeguato, che ne pensa?
R. Non c’è dubbio che il turismo legato alla bicicletta va messo tra i grandi obiettivi della Regione. Dobbiamo lavorare alla costituzione e alla promozione, anche attraverso l’utilizzo dei fondi europei, di itinerari e percorsi inseriti nelle reti ciclabili italiane (Bi Italia) ed europee (Eurovelo) e di valore culturale e turistico (per esempio all’interno dei parchi e delle aree archeologiche). Di sicuro il litorale del Lazio può entrare a far parte di questo progetto. I 350 chilometri delle coste lungo il mare del Lazio sono ricchi di luoghi straordinari, di natura e borghi, di città e isole. Una grande risorsa per la nostra regione, per la quale servono una politica organica e progetti concreti, che coinvolgano i Comuni del litorale, le imprese e le associazioni verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile per “portare il Lazio al centro del Mediterraneo”, migliorare la qualità della vita dei cittadini e l’ambiente, rendere il litorale più attraente per i turisti. In questo senso, uno strumento importantissimo che intendiamo adottare è quello della Gestione Integrata della Costa, previsto nell’ambito del Piano d’Azione per il Mediterraneo dell’Unep. È arrivato il momento di predisporre e approvare un Testo Unico per la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo sostenibile, turistico e ambientale del litorale del Lazio, che assorba tra le altre le norme della Legge Regionale n. 1/2001, mettendole a sistema con una visione più generale e ampia, coordinata e organica di tutte le misure necessarie per risanare, proteggere e riqualificare la costa del Lazio, nonché per ricucire il rapporto tra il litorale e il suo immediato entroterra in una logica di sviluppo integrato.
6. La Regione Lazio è dotata di numerosi Parchi, numerosi centri storici, vaste aree di interesse enogastronomico. Come pensa di promuovere l’attività cicloturistica?
R. La conservazione e la valorizzazione delle risorse naturali, dunque della biodiversità, non può essere perseguita tutelando solo parti circoscritte di territorio (parchi, riserve naturali, siti di importanza comunitaria o Zone di Protezione Speciale). È necessario che tutto il territorio sia gestito in modo oculato, assumendo il sistema ambientale come “principio ordinatore” tanto delle aree naturali e seminaturali quanto degli ambiti insediativi e infrastrutturali. In questo progetto serve anche la capacità di innovare nella fruizione dei beni naturali. E la bicicletta, in questo senso, è un mezzo davvero straordinario. Nel piano per la ciclabilità dovremo non solo creare infrastrutture e percorsi dentro le aree naturali, ma anche mettere queste in rete tra loro attraverso percorsi ciclabili. Pensiamo solo a quanto si può fare nei parchi di Roma, oggi praticamente tutti scollegati l’uno dall’altro.
7. Vista l’attuale situazione economica, intende incentivare l’acquisto da parte dei privati di bici e veicoli elettrici? E la Sua Regione si doterà di questi mezzi?
La diffusione di nuove forme e nuovi mezzi per la mobilità certamente fa parte del nostro progetto per il Lazio. Noi vogliamo incentivare, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e con i principali operatori elettrici, una progressiva diffusione dei veicoli elettrici, anche attraverso la programmazione di un’infrastruttura di ricarica che, partendo dalle città, possa poi estendersi agli snodi chiave del territorio regionale.
8. Perché la Regione Lazio non diviene una Regione virtuosa facendo abbandonare il gasolio agli autobus Regionali per passare al metano?
R. Vogliamo il rispetto del principio “chi inquina paga”, in modo tale che anche i sistemi di trasporto collettivi e a basso impatto ambientale possano essere maggiormente diffusi e potenziati. Tra le linee guida sulle quali intendiamo concentrarci per lo sviluppo del sistema delle reti e dei servizi di mobilità c’è sicuramente l’efficienza dei sistemi di trasporto pubblico e il sostegno a una loro riconversione a basso impatto ambientale.