
A pochi mesi dalla sua elezione, la nuova sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, è già sul piede di guerra per rendere la Ville Lumière più amica dei ciclisti, che soffrono ancora di una posizione subalterna rispetto alle auto, malgrado solo il 10% degli 8.500.000 spostamenti interni a Parigi si svolgano su quattro ruote, contro il 32% sui mezzi pubblici e il 55% a forza di muscoli, a piedi o in bicicletta. Da qui al 2020 le autorità locali contano di triplicare la quota della bici dal 5 al 15%, battendo così Berlino, dove già oggi il 13% degli spostamenti avviene in bicicletta, anche grazie a una conformazione geografica vantaggiosa, molto più piatta di quella parigina.
Velib’ e non solo
Nonostante le difficoltà, Hidalgo vuole continuare sulla strada già intrapresa quando era il braccio destro del sindaco precedente, Bertrand Delanoë, ed era stata la madrina del servizio di bici pubbliche Vélib’, oggi considerato il punto di svolta nella trasformazione del traffico parigino in chiave sostenibile, con una media di 86 mila utenti al giorno. Il piano 2015-2020 metterà in pratica alcune delle misure concordate già prima delle elezioni municipali con il candidato verde Christophe Najdovski, che al secondo turno ha fatto confluire i suoi voti su Hidalgo, in cambio di un forte impegno ecologista della nuova sindaca. Najdovski, che ha definito «vergognoso» il finanziamento di 25 milioni di euro destinato alle infrastrutture ciclabili parigine dalla maggioranza socialista nel periodo 2008-2014, punta ad aumentare di molto questa cifra nel prossimo quinquennio, ma non ha ancora annunciato la cifra finale, ancora in via di trattativa con i venti arrondissements della capitale.
Rallentare le auto
Najdovski, poi, intende abbassare la velocità massima consentita alle automobili, perché in base a studi recenti questo è il sistema migliore per incentivare l’utilizzo della bicicletta. Quando le auto non possono superare i 30 chilometri all’ora in città, così com’è stato imposto in anni recenti solo su alcune strade, è chiaro che cala l’interesse a spostarsi in macchina. In più, sparisce uno dei principali deterrenti nei confronti dei cittadini che oggi hanno paura di mettersi in sella per motivi di sicurezza stradale. Ora Najdovski vuole invertire le proporzioni fra zone a limite 30 e zone a limite 50, allargando i limiti più bassi a tutta la città e consentendo alle auto di sfrecciare solo sulle arterie più grandi. In questo modo s’innescherebbe un circolo virtuoso, che porterebbe sempre più biciclette e sempre meno auto per le strade, rendendo il traffico cittadino molto più tranquillo e abbassando i livelli d’inquinamento
Capitale delle biciclette
Per fare di Parigi la capitale delle biciclette, poi, stavolta si punta ad ampliare considerevolmente il numero di parcheggi e soprattutto la loro distribuzione, in modo da far trovare qualche archetto provvidenziale a ogni incrocio. Nasceranno anche i parcheggi di sicurezza da chiudere a chiave, e alcuni tunnel stradali saranno liberati dal traffico automobilistico e riconvertiti per adibirli a parcheggi di sicurezza coperti. I 700 chilometri di piste ciclabili saranno ampliati e rimodulati dal punto di vista architettonico: là dove possibile, come ad esempio sul boulevard Saint-Michel e le altre grandi arterie, le biciclette saranno separate dal traffico automobilistico con una barriera di cemento, mentre adesso le piste sono semplicemente segnate sull’asfalto. Man mano che il numero di ciclisti aumenta, infatti, la segnaletica orizzontale non basta più a proteggerli dall’aggressività degli automobilisti, che se li vedono sfrecciare di fianco mentre sono bloccati negli eterni ingorghi del centro parigino
Bici e urbanistica
Le associazioni dei ciclisti chiedono da tempo di riservare al loro passaggio una fetta dei marciapiedi, su cui la circolazione è più sicura, ma si scontrano con il senso estetico degli urbanisti, che non vogliono rovinare la perfetta simmetria dei grandi viali. Gli Champs-Élysées, ad esempio, non sono ancora stati sfiorati dalla nuova tendenza alla circolazione dolce. Ma se la capitale parigina vuole diventare la capitale delle biciclette, dovrà fare spazio ai ciclisti anche sull’asse trionfale che porta all’Arc de Triomphe.(fonte corriere.it)