Quali interventi ha realizzato il municipio in favore della mobilità ciclistica?
Noi abbiamo utilizzato la risorsa più immediata: il Lungotevere. É una direttiva che in questi anni ci ha consentito non solo di dare un terreno ai ciclisti, ai podisti e passeggiatori vari, ma anche di riscoprire una realtà ambientale di straordinario pregio e fascino. Per questo ci siamo battuti affinchè insieme alla realizzazione della pista ciclabile sul Tevere venissero risanati interi tratti, primi fra tutti il Lungotevere della Magliana e il Lungotevere Gassman che prima erano luoghi assolutamente dedicati alle discariche e all’abbandono ed oggi sono luoghi dove chi vi abita può trovare un esito al bisogno di stare un po' all’aria aperta e di sottrarsi al cemento e al traffico. Questo per noi ha un gran significato. Abbiamo inoltre realizzato tratti di pista, da noi progettati compatibilmente al Piano quadro della Ciclabilità, per dotare il XV municipio, che misura 70 kmq, di una rete ciclabile completa ed efficiente: ci sono dei tratti apparentemente frazionati e inspiegabili, come quelli di via Frattini e di Via della Pisana, ma che, una volta attuato tutto il progetto, garantiranno a questo municipio una mobilità su due ruote di primo livello. Ciò che ci rende piu orgogliosi è appunto avere avuto un’idea complessiva della mobilità su due ruote per cui abbiamo ideato questa rete di ciclabilità con le competenze, le possibilità e i finanziamenti che abbiamo avuto e lì, dove abbiamo potuto, abbiamo dimostrato di far seguire alle idee i fatti.
Che valore ha per Lei la mobilità ciclistica in una città come Roma?
Assolutamente straordinario! Insomma la mobilità a Roma va ripensata completamente. Il codice della strada stesso parte dal pedone, per esempio, e non dall’automobile. E soprattutto pensare che ogni volta che scendiamo da un’automobile diventiamo pedoni. Proprio per questo durante la nostra consiliatura abbiamo tentato di abbattere barriere architettoniche, di rifare marciapiedi, di favorire una pedonalità e insieme a questa abbiamo cercato di incrementare la mobilità su due ruote. Mobilità sostenibile, navigabilità del Tevere, trasporto pubblico e mobilità su rotaia rappresentano, laddove si può e senza ideologie, la cosa più conveniente per la città. Dentro questo schema la mobilità su due ruote è sicuramente auspicabile anche perchè in altre città, vedi Parigi, complice anche la crisi economica, è stata riscoperta la bicicletta e adesso è diventata un modello di mobilità alternativa, nonostante la temperatura non è che sia proprio invitante!
Nel bilancio del municipio sono previsti fondi in favore della ciclabilità? Sono in progetto nuovi tratti di piste ciclabili?
Beh noi non abbiamo in bilancio fondi specifici perché non abbiamo un bilancio, quindi è difficile parlare di soldi da spendere su questo tema. Abbiamo tratti di piste che si attueranno laddove le trasformazioni urbanistiche dovessero avverarsi, anche attraverso il processo di attuazione dei Programmi di Recupero Urbano art. 11. Abbiamo piazzato infatti sempre parchi di piste, in ambito Magliana e Corviale. Se il comune stanzierà 11 milioni di euro, tutta questa zona potrà essere collegata tranquillamente con la ciclabile e la rete ciclabile che si relizzerà potrà servire un bacino d’utenza di almeno 50mila persone: si potrebbe andare da piazza Lorenzini a Ponte Milvio sulla bicicletta, oppure verso l’esterno. Solo le trasformazioni ci garantiscono l'incremento; quando si fa manutenzione, che, soprattutto negli ultimi anni, è l’unico campo in cui noi ci siamo cimentati, si mantiene semplicemente l'esistente ma non si fanno nuove piste ciclabili.
Sono previste postazioni di bike sharing nel XV?
Purtroppo vi è una privativa dal Comune al livello centrale. Nel piano comunale è previsto uno sviluppo del servizio a partire dal centro storico e successivamente nei quartieri periferici, perciò non ci possiamo determinare su questo. Non abbiamo l’autonomia e le competenze riguardo il bike sharing. Se volete un parere io sono favorevole, ma ad un bike sharing fatto bene, che deve essere conveniente e funzionale. Insomma una cosa seria che deve essere fatta con coraggio, queste cose non devono essere fatte perché qualcuno ti tira per la giacca, devono essere fatte se culturalmente si è pronti a farle.
Che tipo di approccio vede nei cittadini nei confronti della ciclabilità?
Un approccio che va sollecitato, va stimolato, magari c’è una pigrizia di fondo. É vero che Roma non si presta tanto ad una ciclabilità estesa con la sua orografia. Però ripeto se c’è uno spostamento culturale diventa non più un’opzione, diventa davvero un mezzo di trasporto non solo ludico ma da mettere in campo come mobilità alternativa. Secondo me i romani possono farlo, sono pronti.
Il futuro percorso Roma-Litorale verrà realizzato sul lato destro del Tevere come pensa di valorizzarlo?
Intanto rendendolo coerente con il Piano, cosa che non era come abbiamo osservato, era scollegato completamente perchè era pensato solo come un'utenza ricreativa e sportiva, invece noi lo concepiamo anche come una direttrice urbana e in quanto tale da collegare ai nodi di scambio, al trasporto pubblico, alla stazione di Ponte Galeria e agli abitanti. Tutto ciò nel progetto non lo era considerato.
Quali sono le iniziative che potrebbero favorire la ciclabilità? (tuor, educazione stradale, eventi)
Un po' tutto!!Noi abbiamo organizzato delle iniziative nelle scuole, con i bambini. E poi creare eventi che portino la gente sulle due ruote e facciano scoprire la frequentabilità di questa città in bicicletta nonotsante la povertà di strutture. Noi abbiamo per esempio ospitato e voluto il gabbiotto a Piazza Fermi, gestito dalla ccoperativa sociale Magliana '80, dove era possibile noleggiare le biciclette. Era un impegno per la ciclabilità. Anche in quel caso il progetto è finito una volta finiti i finanziamenti.
Apro una parentesi: penso che quello che è accaduto a Testaccio non sia una gran cosa in termini di ciclabilità.
Si riferisce alla nuova pista sul marciapiede? Beh quella ha dei tratti fatti bene, altri meno...ma il problema è che è scollegata dalla dorsale Tevere!
Esattamente, vi sono moltissimi segmenti che vanno ricuciti e ne vanno fatti degli altri per avere un'idea complessiva della ciclabilità a Roma. Perchè è necessario penetrare nei quartieri, è lì che il cittadino ha la possibilità di passare dalle parole ai fatti.
Non a caso BiciRoma si è sempre battuta per far realizzare le diramazione che dalla dorsale penetrassero nei quartieri.
Pensa che ci sarà un incremento dell'uso della bicicletta nel futuro del Municipio?
Penso di sì soprattutto se chi ci succederà non vanificherà quello che abbiamo fatto fino ad oggi ma anzi lo continuerà con l'attuazione del Piano.
Per la questione della chiusura della ciclabile a Pian Due Torri la ringraziamo per l’invio del fax che asserisce il prossimo ripristino del passaggio ma ad oggi circa un mese e mezzo dopo i lavori non sono ripartiti.
Purtroppo a causa di tagli non è l'unica opera ferma!
Sulle ciclabili presenti in Municipio è poi costante il via vai di carrelli di nomadi con materiali sporgenti pericolosi oltre che ai tanti insediamenti. Cosa intende fare il per ridurre questo fenomeno che costituisce un pericolo o quanto meno degrado?
Purtroppo il Presidente del Municipio non ha autorità per questo, il tema nomadi ha una competenza tutta comunale.
Però questo quartiere è stato invaso...
Lo so infatti quel quartiere che ha votato Alemanno perchè risolvesse in sei mesi il probelma rom e nomadi se ne farà una ragione!
A ponte Marconi oggi i ciclisti sono costretti a fare il giro dei quattro cantoni per continuare sulla pista ciclabile sul Lungotevere vista la mancanza di un attraversamento diretto, è possibile trovare una soluzione alternativa?BiciRoma in passato l’aveva suggerita. Anche in previsione dell’aumento di traffico quando verrà rimesso il doppio senso su Lungotevere Gassman.
In questo caso
parliamo di grande viabilità! Quindi, anche noi del Municipio abbiamo fatto la
stessa proposta avanzata da BiciRoma, cioè un'attraversamento diretto, ma non
siamo noi i decisori, è una decisione di competenza del dipartimento Mobilità.
La fase semaforica che permetterebbe l'attraversamento diretto inoltre
spezzerebbe ulteriormente la fase della viabilità diretta, e stiamo parlando di
un semaforo già affaticatissimo.. Se avessimo competenze e risorse passeremmo
volentieri dalle parole ai fatti.
Vorrei concludere
dicendo che la questione di una mobilità alternativa all'auto privata è una
questione che, in una città come Roma, è necessario imporre con un lavoro di
natura culturale ma anche con norme repressive molto forti. Se si chiudessero
interi tratti alla mobilità carrabile e parallelamente si aprissero a quella
ciclopedonale si darebbe veramente questa città a chi la vuole vivere
diversamente. Però questo attiene ad un impostazione di tipo politico culturale
che deve essere preordinata .
