Ma chi ha detto che i professori sono meglio dei politici? La prova che il vecchio vizio italico di fare norme inapplicate (o, peggio, inapplicabili) non è scomparso con il passaggio di testimone dai professionisti della politica ai massimi rappresentanti della cosiddetta società civile sono gli incentivi 2013. Poca cosa, qualche decina di milioni di euro, a disposizione quasi esclusivamente delle imprese, che avrebbero dovuto essere erogati, fino a esaurimento dei fondi, per gli acquisti di auto elettriche, ibride, a metano e a Gpl con emissioni di anidride carbonica fino a 120 g/km effettuati a partire dall'1 gennaio 2013. E che, invece, non sono disponibili.
Il solito pasticcio all'italiana. Il cosiddetto decreto sviluppo (legge 7 agosto 2012 n. 134 di conversione del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, recante "Misure urgenti per la crescita del Paese"), cioè la legge che aveva introdotto gli incentivi per il triennio 2013-2015, rinviava l'applicazione della norma (cioè le "modalità per la preventiva autorizzazione all'erogazione e le condizioni per la fruizione dei contributi") a un successivo decreto del ministro dello Sviluppo economico di concerto con il ministro dell'Economia e delle finanze da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge stessa, cioè entro l'11 ottobre.
Mai firmato. Com'è come non è, il ministro dello sviluppo economico Corrado Passera quel decreto non l'ha firmato. Per carità, il termine dei 60 giorni non era "perentorio", come dicono gli addetti ai lavori, cioè non era vincolante per l'ex banchiere prestato alla politica. Qualche giorno o qualche settimana di ritardo, dunque, potevano starci. Solo che alla fine sono passati più di due mesi e qualcuno ha dovuto metterci una pezza. All'italiana. Invece che emanare un banale decreto ministeriale attuativo, l'ineffabile Governo Monti ha emendato la legge di stabilità in maniera da modificare la legge Sviluppo nel punto in cui stabiliva l'arco di tempo lungo il quale sarebbero stati disponibili gli incentivi.
Tutto rimandato. Il risultato? Il punto in cui si afferma che "Il contributo spetta per i veicoli acquistati e immatricolati tra il 1º gennaio 2013 e il 31 dicembre 2015" è magicamente diventato "Il contributo spetta per i veicoli acquistati e immatricolati a partire dal trentesimo giorno successivo all'entrata in vigore del decreto" attuativo " e il 31 dicembre 2015". Insomma, tutto rimandato a… non si sa quando. Col rischio, in realtà, che quel decreto, con il Governo dimissionario, non veda mai la luce. A volerla fare apposta, una simile presa in giro, probabilmente non ci sarebbe riuscito nessuno. I professori ce l'hanno fatta involontariamente (?). Chapeau.
Fondo ridotto. Nel frattempo, già che c'era, il Governo gli ha dato
anche una bella sforbiciata. Sicché il fondo di 50 milioni di euro per il 2013 è
stato ridotto a 40 e quello di 45 milioni per ciascuno degli anni 2014 e 2015 è
sceso a 35. Di cui solo un parte, poco più di 4,5 milioni per ciascun anno,
destinati ai privati. Per i quali almeno, bontà loro, non è (sarebbe) previsto
l'obbligo di rottamare un veicolo immatricolato da almeno dieci anni.
(fonte quattroruote)
E questi sarebbero i professori..................