L’impatto visivo della strutture copre i monumenti. La Soprintendente scrive alla Procura: «Via stand e pub: quei locali vanno spostati».
Con una lettera firmata dal Soprintendente per i beni architettonici del Comune, Maria Costanza Pierdominici, il 14 luglio scorso, il ministero dei Beni Culturali (Mibac) ha sollecitato la Procura a prendere «gli eventuali provvedimenti del caso» sull’«abnorme allestimento» all’Isola Tiberina. Un concentrato di stand, bancarelle, pub e risto-pub già sotto accusa per i picchi acustici che, ogni anno, vengono inflitti ai cittadini della zona (e ai pazienti del fatebenefratelli). Un allestimento che già secondo il tavolo del 5 giugno doveva limitarsi a pochi stand culturali. In Procura, secondo la procedura, è stata aperto un fascicolo generico (modello 45).
La soprintendente, in sostanza, sembra fotografare una clamorosa omissione di atti d’ufficio, chiedendo «l’immediata sospensione» degli allestimenti e la ricollocazione degli stessi «nella sola zona autorizzata, ovvero esclusivamente nell’area della banchina lato foce del Tevere compresa a Valle dei ponti Cestio e Fabricio (frase, questa, evidenziata in grassetto, ndr )». La lettera è stata spedita, oltre che ai magistrati, anche al sindaco Ignazio Marino che, in seguito alle riscontrate irregolarità, già il 1 luglio aveva invitato sia i concessionari - Associazione amici di Trastevere - che il I gruppo dei vigili a intervenire. Invano.
La Pierdominici informa pure Sabrina Alfonsi, presidente del I municipio, il comando del I gruppo dei vigili e la Soprintendenza archeologica. Il monumento risulta affittato in subconcessione. E qui un inciso. Perché la pratica della sub-concessione, vietata dalla normativa regionale, in passato ha dato luogo a revoche. Parchè mai, allora, all’Associazione culturale amici di Trastevere si è riservato un trattamento in guanti bianchi? Chissà. «Si è perso di vista il senso dello spazio pubblico» dice la consigliera del I municipio Nathalie Naim (Verdi).
«Sul Tevere - aggiunge - dovrebbero essere autorizzate solo manifestazioni culturali mentre si mette a profitto ogni centimetro privatizzandolo. Una nostra mozione approvata sul divieto delle attività commerciali è stata disattesa, la ripropongo». Ed ecco le anomalie elencate dalla Soprintendente. Primo: stand debordanti sul Ponte Cestio (I secolo A.C.: tutelato). Secondo: l’installazione completamente abusiva di «una struttura rettangolare chiusa, presumibilmente il laboratorio cinematografico per il quale non è stata acquisita alcuna autorizzazione» prevista «nell’area lato foce Tevere». Ma il rilievo più importante è forse l’ultimo: l’«impatto visivo» delle strutture, si legge, «danneggia la visibilità dell’emergenza (prospettiva, ndr ) monumentale». Toglie visibilità al monumento. Vallo a raccontare ai promotori turistici. (fonte Corriere.it)
Questa mattina i cartelli denunciati alla PLRC erano ancora lì. Stiamo aspettando notizie sul loro intervento.